La Cooperazione Italiana ed il saccheggio della Baia de Tela, in Honduras

di Luca Martinelli e Bianca Marchetti

La posizione della Corte Suprema di Giustizia, che ha dichiarato immotivato il ricorso presentato dal ex-giudice Roy Medina il 27 febbraio del 2004 – che segnalava l'incostituzionalitá del Decreto 90-90, che permette l'acquisto di beni urbani in aree sottoposte al regime dell'articolo 107 della Costituzione (che impedisce la vendita di beni entro 40 km dalle coste del Paese, N.d.R.) – dimostra le macchinazioni che sta realizzando l'élite dominante per offrire come una pignatta il paese in generale e le comunitá Garifunas in particolare.

Secondo la denuncia di OFRANEH (---), le dichiarazioni del ministro del turismo di Honduras, Thierry Pierrefeu, il quale ha affermato che solo grazie al Decreto 90-90 sará possibile attrarre gli investimenti stranieri, necessari a garantire lo sviluppo economico del Paese, sono totalmente false. Il signor ministro pare ignorare le leggi della maquila, per le quali gli industriali si limitano ad affittare spazi nelle zone industriali, senza realizzare alcun investimento importante, cosí da poter abbandonare il Paese repentinamente come  successo in diverse occasioni. Gli investimenti a cui apre le porte il Decreto 90-90 (e gli interessi in campo in questo momento, di conseguenza) non sono per solo quelli di qualche ricco industriale: la nuova legge rende infatti possibile e legale la privatizzazione delle bellissime spiagge di Honduras, dove vive il popolo indigeno dei Garifunas, afrodiscendenti le cui comunitá sono dislocate lungo le coste caraibiche di Honduras, Guatemale e Belize, per la realizzazione di mega-progetti eco-etno-turistici, volti a garantire uno sviluppo sostenibile nell'area.  E la Cooperazione Italiana ovviamente in prima fila. Durante un viaggio in Giappone ed Europa nella primavera del 2004, il Presidente di Honduras Ricardo Maduro si incontró a Roma con il capo del governo, Silvio Berlusconi e con i dirigenti della Segreteria Ministeriale della Cooperazione Italiana. Oggetto degli incontri, secondo quanto dichiarato successivamente dalla Presidenza di Honduras, sará la partecipazione del capitale italiano al progetto Bahia di Tela che prenderá inizio il prossimo anno e sará uno dei maggiori fattori di sviluppo turistico sulla costa atlantica.

Il grande progetto Bahia de Tela, il cui costo stimato va dai 140 ai 200 milioni di dollari, completa quelle politiche che hanno giá realizzato, ad esempio, la consegna del 30% del territorio nazionale alle multinazionali del settore minerario, la privatizzazione dell'acqua e la pianificazione di ulteriori privatizzazioni di terre e boschi con progetti finanziati dalla Banca Interamericana di Sviluppo (nell'ambito del Plan Puebla Panamá), dalla Banca Mondiale (nell'ambito del progetto del Corridoio Biologico Mesoamericano), dalla Banca Centroamericano di Integrazione Economica, etc.

Il progetto Bahia di Tela prevede, su una superficie di piú di 312 ettari – che include la zona del  Parco Nazionale Punta Sal, riserva naturale protetta dove vivono comunitá afrodiscendenti dedicate alla pesca – la costruzione di infrastrutture come sette complessi alberghieri di lusso, 2000 appartamenti, 6 multi-residences per un totale di 168 ville, centri commerciali, parchi tematici e di intrattenimento, oltre ad un campo da golf di 80 ettari.

L'impegno del governo italiano é quantificabile per ora in 500 mila euro, che serviranno per finanziare l'elaborazione di uno studio di fattibilitá in cui si identificheranno gli interventi (opere di infrastrutture, acqua e bonifica, di regolamento territoriale, restaurazione di immagine urbana, ecc. per un ammontare approssimato di 40 millioni di euro).

Un impegno importante per favorire lo sviluppo economico sostenibile del Paese, il piú povere del Centro America, dove l'80% della popolazione (circa 6.500.000 di abitanti) vive in condizioni di povertá e non ha accesso a servizi sociali di base, mentre il 40% dei bambini soffre di malnutrizione.

Secondo un rapporto sullo stato del Paese pubblicato dalla FAO nel 2003, ogni giorno muoiono circa 100 persone per patologie legate alla carenza di cibo ed all'ingestione di acqua contaminata, in special modo bambini. Per quanto riguarda l'istruzione, risulta che 1.200.000 persone sono analfabete, e che sono 1.500.000 gli honduregni tra i 5 ed i 24 anni esclusi dal sistema educativo.

Negli ultimi anni il deficit commerciale é cresciuto del 400% rispetto alla produzione nazionale totale. Da altre fonti risulta invece che, dal 1998, i casi di assassinio e di esecuzioni extragiudiziali di minorenni sono stati piú di 2.300. Il governo stesso ha riconosciuto che agenti di polizia hanno partecipato in molti di questi assassini. L'impunitá é pressoché assoluta. Amnesty International, nel proprio rapporto annuale sullo stato dei diritti umani in Honduras, evidenzia che bambini e minorenni, compresi soggetti in stato di arresto, sono stati uccisi da agenti di polizia, da personale penitenziario o da individui non identificati (squadroni della morte).

Solo nel 2004, in due diversi penitenziari, sono rimaste uccise prima 69 persone (in aprile) e poi piú di 100 (in maggio) a seguito di strani incidenti. Specialmente nella zona della Costa settentrionale, interessata da progetti come quello della Baia di Tela, aumenta inverosimilmente il turismo sessuale, ed aumenta il numero delle persone che scompaiono in una sorta di tratta di donne e bambini a scopo di sfruttamento sessuale.

Il numero di ammalati di AIDS é tuttora incalcolabile, anche se la malattia é oggi la terza causa di morte negli ospedali pubblici. Sono incalcolabili le cifre che corrispondono al lavoro infantile.

L'economia honduregna é allo sbando (nonostante la crescita registrata nel 2004), ed il Paese alla merce degli interessi degli Stati Uniti d'America, della Banca Mondiale e della Banca Interamericana di Sviluppo (BID). Il governo é pronto a firmare il CAFTA (Central America Free Trade Agreement), mentre avanzano i progetti del Plan Puebla Panam‡, finanziati contraendo prestiti di milioni di dollari con la BID.

Come negli anni 20, quando il Paese era interamente controllato dalle compagnie bananeras U.S.A. United Fruit Company (UFCo, oggi Chiquita) e Standard Fruit, che avevano in mano l'economia di Honduras (all'export di banane corrispondeva l'88% del commercio estero), e si era conquistato l'appellativo di Repubblica delle Banane. Il fittizio concetto di sviluppo che impongono i megaprogetti ed i trattati di libero commercio, non sono pensati per garantire una distribuzione equa della ricchezza. Al contrario, nonostante la crescita dell'economia nell'ultimo anno, non ci sono segnali di un reale sradicamento della povertá, che cresce giorno dopogiorno, specie tra la popolazione rurale, conclude OFRANEH la proprio denuncia.