Honduras: cinque “desaparecidos” a Triunfo e l’espulsione del popolo Garifuna

Con la sparizione di cinque giovani della comunità di Triunfo de La Cruz, portati via dalle loro abitazioni all’alba di sabato 18 luglio da presunti agenti della Direzione di Polizia Investigativa (DPI), si verifica l’ennesima aggressione contro leader e membri delle comunità Garifuna, realtà che si è esacerbata a partire dall’anno 2018.

Rapiti dai loro domicili, a tutt’oggi non si sa come e dove stiano Alberth Sneider Centeno, Presidente del Patronato di Triunfo de La Cruz e membro di OFRANEH, Milton Joel Martínez Álvarez, Suami Aparicio Mejía García, Gerardo Misael Trochez Calix (1). La situazione ha creato enorme allarme all’interno delle comunità Garifuna, poiché nonostante le restrizioni alla mobilità, in vigore a fronte della dilagante pandemia, e col coprifuoco imperante, si sono introdotti nella comunità veicoli con a bordo persone fortemente armate.

A partire dal colpo di stato del 2009, in Honduras si è inasprita l’offensiva contro la popolazione Garifuna, nonostante due sentenze della Corte Interamericana dei Diritti Umani (Corte IDH) a favore delle comunità Garifuna di Punta Piedra e Triunfo de La Cruz, che nel 2015 condannavano lo Stato per violazione del diritto alla proprietà comunitaria e alla consultazione previa, libera e informata.

Finora lo Stato honduregno non ha adempiuto le sentenze, producendo contestazioni sul riconoscimento dei diritti collettivi stabiliti in accordi e trattati internazionali, sottoscritti “in buona fede” dallo Stato stesso.

Tutto sembra indicare che il presidente del patronato di Triunfo de La Cruz e il suo gruppo, fossero diventati un intralcio per l’élite del potere locale, che sentendosi colpita dalla sentenza della Corte IDH, ha provveduto a seminare il terrore nella zona.

Città modello, palma e piantagioni di coca: motori dell’espulsione 

A partire dal 2011, l’amministrazione “nazionalista” assume come uno dei pilastri della propria politica economica l’avviamento delle città modello, progetto neocolonialista promosso dall’economista statunitense Paul Romer: si tratta di zone economiche speciali con annessa terziarizzazione delle pratiche relative a giustizia e sicurezza.

Nell’ottobre del 2012, la Corte Costituzionale si pronunciò sull’illegalità delle città modello, dichiarandole incostituzionali. A dicembre dello stesso anno, il potere legislativo sotto il comando dell’attuale presidente Juan Orlando Hernández, procedette a defenestrare la Corte Costituzionale, provocando un “golpe tecnico” che diede il colpo di grazia alla divisione e indipendenza dei poteri.

Durante la prima fase delle città modello – prima che fossero dichiarate incostituzionali – 27 delle 48 comunità Garifuna vennero incluse all’interno di città modello. Dopo il colpo di mano contro la Corte Costituzionale e con la reintroduzione delle Città Modello sotto il nome di Zone Speciali per lo Sviluppo Economico, 17 comunità rischiano di esserne assorbite.

Parallelamente all’imposizione dittatoriale delle città modello, si avviò una campagna di produzione massiccia di palma africana, aumentando la pressione sulle zone umide della costa, comprese le aree protette. La palma africana divenne uno dei principali settori utili a lavare denaro. In dieci anni l’Honduras ha duplicato la produzione delle piantagioni di palma, mentre di pari passo si andavano intensificando i conflitti sociali, dando luogo a quella guerra di bassa intensità tuttora in corso nel Bajo Aguan.

L’utilizzo dell’Honduras come Paese di transito di stupefacenti provenienti dal Sudamerica risale a decenni addietro, è sempre esistita una profonda relazione tra crimine organizzato e i gruppi dirigenti del potere honduregni; la condizione si è ulteriormente incancrenita col colpo di stato, producendo una simbiosi sfociata in un palese narco-stato.

Nell’ultimo anno è stata scoperta una serie di piantagioni di coca in Honduras, precisamente nella Serranía de Payas, che fa parte dell’habitat funzionale delle comunità Garifuna di Iriona. Le “autorità” hanno trovato sia coltivazioni di coca, sia presunti laboratori di trasformazione.

L’imprevisto cambiamento da Paese di transito a Paese produttore di coca, avrà fatali conseguenze per le comunità Garifuna: ci troveremo circondati da piantagioni e piste d’atterraggio clandestine, condizioni che incrementeranno la violenza e le pressioni sui territori.

Una nuova espulsione per il popolo Garifuna? 

Nel maggio 2014 gli organi di stampa internazionale cominciarono a lanciare l’allarme sull’esodo dei minori, che arrivavano da soli e in frotte alla frontiera statunitense, circostanze che, pur sotto silenzio, già si stavano verificando dall’ottobre del 2013. Presumibilmente oltre 70.000 minori, in base all’Emendamento Flores, dovettero essere accettati dal servizio d’immigrazione statunitense (ICE).

Alcune comunità Garifuna videro le loro scuole svuotarsi, a causa della vertiginosa e inarrestabile “crociata dei bambini”. Sebbene la partecipazione dei Garifuna in generale alle “carovane” fosse minima, nel 2018 si ripeté la storia, l’esodo si acutizzò, tornando ai livelli del 2014. Nonostante le restrizioni imposte dall’amministrazione Trump e la revoca dell’Emendamento Flores, il flusso fu incessante fino alla comparsa della pandemia.

Le pressioni sui territori esercitate dagli impresari della palma e del turismo stanno aumentando, benché tali settori pare non abbiano un gran futuro nel mondo post-pandemia. Il livello vertiginoso del prezzo dell’olio di palma e il blocco degli spostamenti aerei e delle crociere marittime, fondamentali per il turismo, mettono in dubbio un suo recupero a breve termine.

Nel frattempo il cambiamento climatico e l’erosione costiera progrediscono, diventando una delle maggiori minacce per i Garífuna; unitamente a ciò, negli ultimi due anni abbiamo subito l’eliminazione sistematica dei nostri leader per mano della violenza statale, che si è istituzionalizzata in Honduras come arma di controllo sociale.

I cinque desaparecidos di Triunfo de La Cruz 

La misteriosa sparizione dei cinque giovani a Triunfo de La Cruz ad opera di presunti agenti della DPI, ha provocato un’infinità di congetture, alcune di esse alimentate dai gruppi di potere: si sentono colpiti dalla sentenza della Corte IDH, la quale è implacabile riguardo alla devoluzione del denominato Lotto A1, dove l’oligarchia honduregna, le fastose residenze e gli hotel di lusso si sono insediati in forma dolosa, su terre comunitarie, costituendo un enorme ostacolo per ottenere l’adempimento della sentenza.

Lo Stato continua tuttora a disdegnare il diritto alla consultazione previa, arrivando all’estremo di snaturare la creazione di una legge di Consulta Previa, promuovendo il “sequestro ideologico della bozza preliminare”, per trasformare le “consultazioni” in “socializzazioni” (2).

È necessario ed urgente che lo Stato risponda alle proteste indignate del popolo Garifuna, che restituisca i suoi figli sani e salvi; analogamente esigiamo il pronto adempimento della sentenza della Corte Interamericana a favore delle comunità di Triunfo de La Cruz e Punta Piedra.

La Ceiba, 27 luglio 2020

Organizzazione Fraterna Nera Honduregna (OFRANEH)

N.d.T.:

  • Il quinto desaparecido è Rafael Juárez Mejía, un vicino della comunità
  • Lo Stato punta a trasformare il progetto di legge in un mero tramite amministrativo, sottraendo alle comunità potere ed autonomia decisionale, come invece previsto dalla Convenzione 169 della OIT sui diritti dei popoli indigeni e tribali. Nell’art.2 del progetto di legge, ad esempio, vorrebbe esplicitamente togliere alla Consulta il diritto di veto, ovvero lasciare comunque allo Stato l’ultima parola.

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