“Un momento decisivo nella ricerca della verità e della giustizia”
Managua, 31 marzo (LINyM) -. Il 6 aprile inizierà in Honduras il processo contro David Castillo, accusato di essere coautore dell’omicidio della ‘combattente sociale’ Berta Cáceres.
“Dopo cinque anni di battaglia legale siamo a un punto di svolta nella ricerca di verità e giustizia”, ha detto in conferenza stampa Bertha Zúniga Cáceres, figlia della leader indigena assassinata nel 2016 e attuale coordinatrice del Consiglio civico delle organizzazioni popolari e indigene dell’Honduras (Copinh).
David Castillo è stato presidente di Desarrollos Energéticos SA (DESA), titolare della concessione per la costruzione del progetto idroelettrico Agua Zarca contro cui Berta Cáceres e il Copinh hanno lottato per anni, ed ex ufficiale dell’intelligence militare honduregna, graduato presso l’accademia militare statunitense di West Point.
“Castillo è coautore dell’omicidio e fa da cerniera con gli autori intellettuali, cioè con quelle persone ricche, potenti e molto influenti nel nostro Paese che hanno organizzato e finanziato il crimine e che godono di assoluta impunità.
Insieme hanno strutturato e reso operativo un sistema di persecuzione permanente contro il Copinh e contro Berta, non solo in quanto combattente sociale e leader di questo processo di resistenza territoriale, ma anche in quanto donna. È evidente che il contesto in cui è avvenuto l’omicidio ha una forte connotazione di genere.
È impossibile comprendere l’omicidio della compagna Berta Cáceres – ha proseguito Zúniga – senza prendere in considerazione il contesto degli attacchi sistematici che l’hanno preceduto e che sono parte integrante del crimine commesso. Lo Stato è in debito per la mancanza di giustizia e per tanta impunità”
(vedi qui il materiale della causa Berta Cáceres)
Nel 2019, gli autori materiali del crimine sono stati condannati a pene comprese tra i 30 e i 50 anni di carcere. Tra di loro vi sono ex dirigenti e membri della sicurezza di Desa, ex militari e militari in servizio.
In più di un’occasione, la famiglia di Berta Cáceres e il Copinh hanno sottolineato il legame che esisterebbe tra la struttura criminale che ha portato a termine l’omicidio e la potente famiglia Atala Zablah.
Nonostante l’enorme quantità di prove esistenti, lo Stato dell’Honduras non ha mai mostrato la volontà politica di citarli a processo. Un solo e timido passo è comunque stato compiuto durante l’udienza di assunzione dei mezzi di prova contro Castillo, quando il tribunale ha deciso di chiamare Daniel Atala Midence, ex direttore finanziario di Desa, come testimone al processo.
“Questo processo sarà una vera e propria sfida. Avremo bisogno di tutto il sostegno e la solidarietà delle persone e delle organizzazioni che ci hanno accompagnato in tutti questi anni e che hanno fatto parte di questa lotta.
È inoltre importante capire che con questo processo non si conclude la ricerca della verità e della giustizia. Non dobbiamo mai dimenticare che mancano ancora gli attori intellettuali!”, ha concluso Bertha Zúniga Cáceres.
di Giorgio Trucchi | LINyM
Fonte: LINyM (spagnolo)