Spari contro il movimento sociale e popolare honduregno

Attentati a raffica dopo la sconfitta del governo in Parlamento sul tema della Polizia Militare
Managua, 28 gennaio (LINyM | Cofadeh | Ofraneh)-. Più di 15 colpi di pistola calibro 9 sono stati esplosi la scorsa notte contro la sede dell’organizzazione La Vía Campesina Honduras a Tegucigalpa. Verso le due di mattina di domenica 25 gennaio, la videocamera di sorveglianza ha ripreso un’automobile mentre si fermava davanti al cancello della sede. Le immagini si sono poi bruscamente interrotte a causa dell’impatto di uno dei proiettili.
viacampesina
Pochi giorni prima, gli uffici di questa organizzazione che si batte per i diritti delle famiglie contadine, la sovranità alimentare e una riforma agraria integrale, hanno ospitato una conferenza stampa del Fronte nazionale di resistenza popolare, Fnrp, durante la quale è stata fatta una dura critica all’operato dell’attuale presidente Juan Orlando Hernández.
In modo particolare è stata aspramente condannata la crescente militarizzazione del Paese e il progetto di elevare a rango costituzionale la discussa Polizia militare d’ordine pubblico, Pmop, vecchio cavallo di battaglia elettorale e simbolo della politica della “mano dura” dell’attuale Presidente.
Proprio su questo secondo punto, il presidente Hernández, che non nasconde fini rielettivi via riforma costituzionale, ha subito una cocente sconfitta lo scorso sabato in Parlamento, quando, per la prima volta, i principali partiti d’opposizione hanno fatto fronte comune e hanno respinto l’iniziativa.
Dal colpo di Stato del 2009, si tratta del quarto attentato contro la sede di La Vía Campesina. Le altre volte gli uffici erano stati impunemente saccheggiati e distrutti, mentre ora le pallottole hanno attraversato il portone principale e si sono conficcate nelle porte interne, nelle finestre e nel controsoffitto. Fortunatamente non ci sono stati feriti.
Circa un anno fa, Rafael Alegría, coordinatore di La Vía Campesina Honduras e deputato del partito Libertà e Rifondazione, Libre (sinistra), aveva denunciato minacce e possibili attentati. Per questo motivo, la Commissione interamericana dei diritti umani, Cidh, gli aveva concesso misure cautelari.
Secondo Bertha Oliva, coordinatrice del Comitato dei famigliari dei detenuti scomparsi in Honduras, Cofadeh, quanto accaduto alla sede di La Vía Campesina non è un fatto isolato, bensì parte di una strategia “per creare paura e terrore nella popolazione e tra i movimenti sociali e popolari che si sono opposti al colpo di Stato e che osteggiano il governo dittatoriale di Hernández”.
Dopo l’attentato, La Vía Campesina ha responsabilizzato il governo e ha emesso un comunicato nel quale relaziona questo nuovo gesto violento con l’impegno profuso negli anni a favore dell’approvazione di una riforma agraria integrale e con equità di genere, della sovranità alimentare e lo sviluppo rurale e contro l’approvazione del rango costituzionale della Polizia militare.
Attacco a comunità garífuna in lotta
Mentre a Tegucigalpa varie persone legate alla difesa dei diritti umani e al Fnrp portavano la loro solidarietà a La Vía Campesina, a pochi chilometri dalla città di La Ceiba, nel nord dell’Honduras, un gruppo di circa 40 abitanti della comunità recuperata garífuna di Nueva Armenia, membri dell’Organizzazione fraternale negra honduregna, Ofraneh, veniva attaccato a colpi di arma da fuoco.
Durante l’attacco, Jesús Flores Satuye, membro della comunità, è stato ferito gravemente alla testa e a un braccio e lotta contro la morte. I sicari si sono dati alla fuga e hanno fatto perdere le loro tracce.
Nel 2011, Flores Satuye era già stato oggetto di repressione da parte della Forza Navale nella zona di Cayo Cochino (proprio dove si svolge “l’Isola dei Famosi”) e il suo caso è stato preso in considerazione dalla Cidh, come esempio nell’impunità che impera in Honduras.
Nel primo ventennio del secolo scorso, la popolazione garífuna fu letteralmente spostata dalla multinazionale bananera Standard Fruit Company (Dole) dal territorio di Armenia e ricollocata sulla sponda sinistra del fiume Papaloteca. Quando, all’inizio del nuovo secolo, venne meno la concessione rilasciata dallo Stato honduregno, la multinazionale nordamericana restituì i terreni al comune di Jutiapa, ignorando le richieste incessanti del popolo garífuna circa il diritto di riprendere possesso di ciò che storicamente era suo.
Lentamente, ma inesorabilmente e con manovre poco chiare, il comune cominciò a distribuire le terre a piccoli gruppi di contadini che iniziarono immediatamente a disboscare la zona per piantare palma africana. Quest’operazione si intensificò nei mesi successivi, accentuando l’accaparramento di territorio garífuna e l’espansione delle piantagioni di palma africana.
Accerchiato e messo con le spalle al muro, il popolo garífuna decise quindi di reagire e di passare all’offensiva, avviando un difficile processo di recupero delle proprie terre ed esponendosi, in questo modo, alla reazione violenta dei produttori di palma, protetti dalle autorità locali e nazionali, e da elementi del crimine organizzato.
In un comunicato, Ofraneh ricorda come, lo scorso 8 agosto, un grande contingente di polizia sia entrato a Nueva Armenia e abbia arrestato 40 persone. I poliziotti caricarono poi le persone su varie pattuglie e le portarono a Jutiapa, trattenendoli arbitrariamente per più di 8 ore.
Secondo l’organizzazione che lotta per i diritti della popolazione garífuna, varie persone legate ai produttori di palma ne avrebbero approfittato per entrare nell’accampamento e per bruciare 11 case. Inoltre, circa 80 membri della comunità furono denunciati con l’accusa di “usurpazione di terra” e sulla maggior parte di loro pende ancora un mandato di cattura. Per altri sono state concesse misure alternative alla detenzione, vietando loro di avvicinarsi alla zona del conflitto.
“Buona parte delle comunità garífuna è vittima dell’assedio costante da parte di imprenditori del turismo, latifondisti, coltivatori di palma africana, speculatori e bande della criminalità organizzata. Esigiamo l’immediata presenza delle autorità affinché intervengano in difesa degli abitanti di Nueva Armenia, che in questo momento si sono rifugiati sulla spiaggia e sono circondati da sicari”, si legge nel comunicato della Ofraneh.