Allerta umanitaria nella regione Altos del Chiapas

Alla società civile,

ai mezzi di comunicazione,

alle organizzazioni in basso e a sinistra:

come collettivo Nodo Solidale vogliamo manifestare la nostra massima preoccupazione per la situazione che vede più di 5000 sfollati, che hanno dovuto abbandonare le loro case nelle ultime settimane a causa dell’escalation di violenza nei municipi di Chalchihuitan e Chenalho, nella regione Altos del Chiapas. Una parte della famiglie si è rifugiata nella montagna, in condizioni di precarietà estrema, e un’altra parte ha trovato rifugio nel comune di Chalchihuitan. Le famiglie non hanno alimenti né vestiti e nelle notti le temperature si abbassano molto:

neonati, bambini e donne incinte si trovano in una condizione di particolare vulnerabilità.

In questo momento il livello del conflitto è così alto (un’uccisione, spari costanti da parte di un gruppo armato e diverse case bruciate) che risulta molto difficile persino far arrivare aiuti umanitari, nonostante le organizzazioni in difesa dei Diritti Umani e membri della Diocesi di San Cristobal, stanno facendo ogni sforzo possibile. Le origini del conflitto provengono da una lunga disputa sulla linea di demarcazione che divide i due municipi. Tuttavia, sappiamo che in questo paese in generale e in particolare in questa regione, il governo utilizza e alimenta i conflitti locali per dividere e controllare i territori, politicamente, militarmente ed economicamente. Sappiamo anche che questo avviene come parte della strategia contra-insurrezionale contro i popoli organizzati del Chiapas. La zona in questione ha una forte densità politica, e lì convivono quotidianamente molteplici attori con le più diverse affiliazioni: tra essi, ci sono i popoli zapatisti e le comunità ecclesiali di base, che con la loro lotta anticapitalista sono sempre stati un abituale bersaglio per i gruppi armati e paramilitari, che ancora una volta seminano il terrore nella zona.

A 20 anni dal massacro di Acteal e dallo sfollamento di migliaia di famiglie nel 1997, imposto da paramilitari preparati dal governo, ci fa venire i brividi essere nuovamente di fronte a uno sfollamento di tali dimensioni nella stessa zona. Si tratta di uno scenario di guerra nel quale la popolazione civile soffre le conseguenze più dure: terrore, fame, malattie e condizioni disumane. Non ci sembra nemmeno casuale che la situazione si faccia così tesa nel contesto dato dalla recente liberazione degli autori materiali del massacro di Acteal e della riattivazione dei gruppi paramilitari, denunciata negli ultimi mesi dalla Società Civile Las Abejas.

Chiediamo a tutte le organizzazioni e le persone che lottano per la verità e la giustizia e contro la guerra, che diffondano queste informazioni nelle loro reti, e si sommino alle denunce e alle azioni di aiuto umanitario.

Riportiamo qui il comunicato dell’ Azione Urgente del Centro di Diritti Umani Fray Bartolomeo de las Casas (da firmare) e i contatti per aiutare.

Basta la guerra genocida!

Fuori i paramilitari dal Chiapas!

Mai più sfollamenti!

Nodo Solidale (Messico)

LINK comunicato del Frayba:

https://frayba.org.mx/alto-al-fuego-urgen-organizaciones-ante-emergencia-humanitaria/