Crisi deIla libertà d’espressione in Honduras

Honduras

Crisi deIla libertà d’espressione in Honduras

“Vogliono mettere a tacere chi la pensa in modo diverso”

ana ortega_foto g.trucchi

 Ana Ortega, presidente C-Libre (Foto G. Trucchi)

 Tegucigalpa, 12 ottobre (LINyM) -. Esattamente quattro anni fa, con le ferite profonde del colpo di Stato ancora ben aperte, l’allora relatore per la libertà d’espressione delle Nazioni unite Frank La Rue, esprimeva tutta la sua preoccupazione per “l’allarmante deterioramento della libertà di espressione e dei diritti umani” in Honduras.

 

Ana Ortega, presidente della giunta direttiva del Comitato per la Libertà di Espressione (C-Libre), conferma a LINyM che la situazione non solamente non è cambiata, ma che il paese sta sprofondando in una crisi senza precedenti.

 

-LINyM: Qual è la situazione della libertà d’espressione in Honduras?

-Ana Ortega: Purtroppo ci troviamo di fronte a un costante degrado del rispetto al diritto di libertà d’espressione e accesso all’informazione, situazione che si è ulteriormente aggravata con l’attuale governo. Non possiamo dimenticare che durante il discorso dei “cento giorni”, il presidente Juan Orlando Hernández aveva detto che quelli che non riconoscevano i risultati del suo governo e che lo criticavano, o facevano parte del crimine organizzato o erano cattivi honduregni.

 

Tutto ciò è deplorevole, perché il diritto alla libertà d’espressione assume il suo significato più profondo proprio quando si rispetta la libertà di dissentire, di avere un’opinione diversa, di stare all’opposizione. Al contrario, se si riduce ad essere solamente una cinghia di trasmissione degli interessi del governo e della classe dominante al potere, la liberà d’espressione diventa una caricatura di sé stessa.

 

Vediamo, per esempio, come il governo stia usando la Commissione nazionale delle telecomunicazioni, Conatel, contro la cittadinanza. Chi, come noi, indaga, denunci e cerca di trovare la verità in mezzo a tanta segretezza, è accusata di fare apologia dell’odio.

 

-LINyM: Può segnalare qualche caso concreto di persecuzione?

-AO: C-Libre ha emesso due avvisi nel caso di Esdras Amado López, direttore dei telegiornali del Canale 36 (Cholusat Sur) e di David Romero Ellner, direttore di Radio Globo e Globo TV. Per la gente sono due figure emblematiche del giornalismo investigativo su casi di corruzione.

 

Si tratta di persone e media che subiscono una vera e propria criminalizzazione fin dai tempi del golpe del 2009 (Cholusat Sur e Radio Globo furono chiusi illegalmente, le strumentazioni sequestrate e gli studi militarizzati durante il governo golpista di Roberto Micheletti). Tuttavia, nemmeno nei momenti più difficili del colpo di Stato avevamo assistito a un attacco così forte come quello che si sta vedendo ora.

 

Assistiamo a una persecuzione permanente da parte del governo, che li accusa di apologia dell’odio, di sedizione contro la Stato e tradimento alla Patria, e li minaccia di applicare la legge antiterrorismo.

 

Al contrario, è evidente che si tratta semplicemente dello sforzo giornalistico e umano di reperire, approfondire e diffondere informazioni diverse da quelle ufficiali, per arrivare in fondo ai numerosi casi di corruzione e saccheggio delle istituzioni dello Stato.

 

-LINyM: Chi sono le principali vittime di questa politica?

-AO: Oltre ai divulgatori dell’informazione, ci sono settori specifici, come per esempio i giovani, gli studenti che lottano per un’educazione pubblica, i difensori dei diritti umani, le popolazioni indigene e le comunità rurali.

 

Abbiamo osservato con molta preoccupazione una escalation di violenza e repressione brutali contro tutte quelle persone che, in un modo o nell’altro, praticano la difesa dei diritti umani in qualsiasi ambito. Questo va oltre la libertà di parola.

 

Malgrado il governo lo neghi, si tratta chiaramente di una politica di Stato, perché quelli che fanno uso della violenza e dopo negano l’accesso alla giustizia e criminalizzano le vittime, sono autorità dello stato.

 

-LINyM: Quali sono i dati di cui C-Libre dispone sulla violazione della libertà d’espressione?

-AO: Rispetto all’anno scorso abbiamo già ricevuto il triplo delle denunce e abbiamo emesso il triplo degli avvisi per casi di aggressione a giornalisti. Vi è un maggior abuso di brutalità da parte della polizia contro comunicatori e comunicatrici, e c’è un incremento delle querele per ingiuria e calunnia.

 

Risulta emblematico il caso dell’attacco contro la giornalista Dunia Montoya e i reporters di Radio Progreso, durante la copertura di una mobilitazione nel nord del Paese. Montoya è stata selvaggiamente colpita e ha subito una lussazione della spalla, e mentre era a terra gli agenti si sono accaniti su di lei con manganellate e calci in faccia. La stessa cosa sta succedendo con le popolazioni indigene e nere.

 

Il Bilancio del 2016 non priorizzerà la spesa sociale, bensì quella per la difesa e la sicurezza, con un aumento del 55% rispetto al passato bilancio. Questo ti fa capire qual è la vera intenzione del governo: imporre a sangue e fuoco politiche impopolari inquadrate in un modello economico basato sull’espropriazione e la vendita al miglior offerente di territori e risorse. Lo vogliono fare mettendo a tacere la protesta dell’opposizione. Per questa ragione sosteniamo che si tratti di violenza che è figlia di una politica di Stato.

 

-LINyM: Il tutto con la protezione di una strategia comunicativa molto efficace…

-AO: Esiste una strategia comunicativa di governo che da un lato si assicura l’appoggio mediatico dei mezzi di comunicazione corporativi, dall’altro, pretende di mettere a tacere i media che sono critici, assediandoli economicamente e minacciandoli con la sospensione delle frequenze.

 

Inoltre, come C-Libre siamo molto preoccupati perché negli ultimi mesi si sono moltiplicate le richieste di supporto legale da parte di comunicatori, studenti, persone vincolate alle lotte in difesa del territorio. Oramai è diventato molto difficile trovare avvocati disposti a difenderli. Tutto questo ha a che fare con il timore che regna in Honduras.

 

Alcuni mezzi di comunicazione comunitari sono già stati rinviati a giudizio perché accusati di aver violato un decreto, che impone loro di divulgare solamente notizie di tipo sociale e non politico. E uno si domanda, che cosa vogliono dire con sociale? Fare gli auguri a quelli che compiono gli anni nella comunità e non affrontare i temi di fondo che riguardano la quotidianità e la sopravvivenza, come per esempio la lotta per la difesa del territorio contro l’estrazione mineraria, le grandi opere e i megaprogetti?

 

Noi di C-Libre abbiamo presentato un ricorso d’incostituzionalità contro questo decreto e stiamo proponendo una legge che renda più democratica la proprietà dei media, delle comunicazioni e dello spettro radioelettrico. Una legge che sia anche conforme alle raccomandazioni fatte sia dalla Cidh (Commisione interamericana dei dritti umani) sia dal relatore per la libertà d’espressione delle Nazioni unite, che enfatizzano il diritto delle comunità ad avere i proprio mezzi di comunicazione.

 

-LINyM: Che tipo di monitoraggio sta dando la comunità internazionale a questa situazione?

– AO: Il governo ha promosso una strategia molto aggressiva affinché, da fuori, si convincano che si stanno accogliendo e rispettando le raccomandazioni. Ma questo non è vero. La legge per la protezione dei giornalisti, per esempio, fa parte di questa stessa strategia, e mette sullo stesso piano i giornalisti, i difensori e gli operatori di giustizia, ovvero coloro i quali nel nome dello Stato violano i diritti. Quello che in realtà stiamo vivendo nel Paese è una escalation della repressione.

 

-LINyM: Come contrastare questa campagna?

-AO: È una vera e propria sfida che abbiamo di fronte a livello comunicativo, perché non è facile informare su ciò che la cittadinanza è costretta a subire quotidianamente. Esistono due Honduras: il primo è quello che si proietta all’esterno e l’altro è quello in cui viviamo tutti i giorni.

 

 

Traduzione: Giampaolo Rocchi