Garifuna sotto tiro

Assassinato un altro difensore del territorio ancestrale garifuna

Protesta garifuna a Tegucigalpa (Foto Trucchi | Rel UITA)

Managua, 3 febbraio (di Giorgio Trucchi | Rel UITA/LINyM) -. Non cessa in Honduras la violenza contro chi difende la terra, i territori e i beni comuni. Dopo gli ultimi omicidi di contadini e difensori dell’ambiente nella regione del Bajo Aguán, sabato scorso è stato assassinato un giovane difensore dei territori ancestrali garífuna.

Ricardo Arnaúl Montero faceva parte del gruppo di protezione e sicurezza del settore del fiume Gama, in prossimità del territorio recuperato “Secundino Torres”, ed era un membro attivo del Comitato per la difesa del territorio della comunità Triunfo de la Cruz.

Di quello stesso comitato facevano parte i quattro giovani attivisti garifuna, tra cui il presidente del patronato Alberth Sneider Centeno, vittime di sparizione forzata il 18 luglio 2020. Ad oggi le indagini ufficiali non hanno dato alcun risultato e lo Stato non ha mai permesso all’istanza indipendente SUNLA[1] dir accompagnare la ricerca dei quattro attivisti.

Secondo un comunicato diffuso dall’Organizzazione fraternale nera honduregna (Ofraneh), Ricardo Arnaúl Montero è stato ucciso in modo atroce da sconosciuti e il suo assassinio rientrerebbe in una strategia per seminare il terrore nelle comunità garifuna e appropriarsi dei territori ancestrali.

“In ripetute occasioni, la comunità di Triunfo de la Cruz e Ofraneh hanno denunciato minacce di morte contro i membri del Comitato per la difesa del territorio (…), senza che la polizia o altre autorità facessero qualcosa”.

Non è stato nemmeno dato seguito alle indicazioni fornite dall’organizzazione garifuna riguardo le cinque aree di maggior rischio per i difensori del territorio di Triunfo de la Cruz. Il settore del fiume Gama figurava nella lista.

“Non accettiamo che la violenza, la condanna a morte e la scomparsa del nostro popolo diventino qualcosa di sistematico, di ineluttabile, di normale”, scrive la Ofraneh.

“Le autorità si occupano solo di pubblicare qualche messaggio sui social o di manifestare un po’ di indignazione, senza però compiere il loro dovere di restituire ciò che è nostro e consegnare alla comunità il titolo di proprietà collettiva delle terre usurpate”.

Sentenza Corte IDH

Il diritto del popolo Garifuna su queste terre è stato sancito da una sentenza della Corte interamericana dei diritti umani (Corte IDH, acronimo in spagnolo) del 2015 a favore delle comunità di Triunfo de la Cruz e Punta Piedra.

Nella sentenza, i giudici hanno ordinato allo Stato dell’Honduras di demarcare le terre ancestrali per le quali sono stati concessi alle comunità la proprietà collettiva e il possesso pieno.

Buona parte di queste terre è stata usurpata negli anni da affaristi senza scrupoli, investitori nazionali e internazionali, gruppi di potere, con lo scopo di investire in progetti turistici, case private o con fini turistici ed espandere la coltivazione di palma africana.

I giudici hanno anche ordinato l’investigazione di vari casi di omicidio di membri delle due comunità garifuna, che si sono opposti all’invasione dei loro territori e che sono rimasti impuniti.

Nel comunicato, Ofraneh sottolinea “gli attacchi e le minacce permanenti” da parte di Playa Escondida Beach Club, “un complesso turistico che ha usurpato e si è impossessato delle nostre terre e ha vietato l’accesso al cimitero ancestrale della comunità”.

Il Playa Escondida Beach Club si trova in uno dei lotti oggetto della sentenza della Corte interamericana.

Lo Stato honduregno “deve fare il proprio dovere e deve avviare un’indagine esaustiva su questo vile e codardo omicidio e sugli altri avvenuti nelle nostre comunità, tragedie che hanno portato dolore e lutto al popolo Garifuna”, chiede con forza Ofraneh.

Finora lo Stato si è rifiutato di dare esecuzione alla sentenza dei giudici internazionali.

[1] Comitato garifuna per le indagini e la ricerca degli scomparsi di Triunfo de la Cruz.

Fonte: Rel UITA (spagnolo)