Honduras: Guapinol resiste all’assalto estrattivista

Cresce l’indignazione per la criminalizzazione della lotta in difesa dei beni comuni nell’Aguán  

6 marzo 2020  –  Giorgio Trucchi  LINyM 

Sono otto i difensori dei beni comuni della comunità di Guapinol, situata nel nordest dell’Honduras, ancora incarcerarti – sette a Olanchito ed uno a La Ceiba – per aver difeso il territorio ed i fiumi che scendono dal Parco Nazionale Montaña di Botaderos, la cui “zona nucleo”(*) è minacciata dall’impresa mineraria Los Pinares

L’impresa, presumibilmente a partecipazione anche straniera, è proprietà di Lenir Pérez, già coinvolto in passato in altri conflitti minerari, e di Ana Facussé, figlia del tristemente famoso proprietario terriero della palma Miguel Facussé Barjum

Il nome di Facussé ha avuto a che fare in passato col grave conflitto agrario nel Basso Aguán e con la spoliazione territoriale nella penisola di Zacate Grande.  

Jeremías Martínez Díaz, Porfirio Sorto Cedillo, José Abelino Cedillo, Kelvin Alejandro Romero, Arnold Javier Alemàn, Ever Alexander Cedillo, Orbin Nahún Hernández e Daniel Márquez vengono accusati di vari reati, tra cui: associazione illecita, occupazione illegale di spazio pubblico, furto, privazione della libertà, incendio aggravato, usurpazione e danni. 

Essi fanno parte di un gruppo di 32 persone che hanno ricevuto ingiunzioni fiscali e contro le quali è stato emesso ordine di cattura. 

“In questa zona sgorgano circa 34 sorgenti d’acqua che riforniscono città e comunità. Specialmente i fiumi Guapinol e San Pedro sono quelli che stanno subendo gli impatti principali. 

Le comunità si sono sempre opposte ai progetti minerari, ma non sono state mai consultate. C’è stata una grossa manipolazione da parte dello Stato, che alla fine ha dato una concessione mineraria che è completamente illegale”, ha affermato Leonel George, dirigente del Coordinamento di Organizzazioni Popolari dell’Aguán (COPA). 

L’anno scorso, George ed altri 11 attivisti di Guapinol furono accusati degli stessi reati di cui sono imputati ora gli otto difensori. Furono imprigionati per quasi due settimane e alla fine, nel mese di marzo, vennero definitivamente prosciolti. 

Leonel George beneficia di misure cautelari concesse dalla Commissione Interamericana dei Diritti Umani, (CIDH), essendo stato vittima di una forte campagna di discredito e minacce. 

“La situazione è difficile. C’è tutt’una strategia mediatica per screditare e macchiare la nostra immagine, vincolandoci al crimine organizzato. Per quanto mi riguarda mi hanno perfino presentato come un attore ideologico di una banda criminale dedita ad attaccare poliziotti e militari.  

Sembra tutto tanto assurdo, ma è così che lavorano quelli che, da parte dello Stato e del capitale, criminalizzano e perseguitano giudiziariamente coloro che lottano per difendere i beni comuni”, ha spiegato George. 

Criminalizzati!  

Nonostante vari tentativi di ottenere una revisione delle misure cautelari, i giudici hanno rifiutato sistematicamente questa possibilità, e gli otto difensori dell’acqua di Guapinol permangono incarcerati. 

Adesso il caso si trova presso la Corte d’Appello e si spera che i magistrati lo risolvano positivamente, e che gli attivisti possano difendersi in libertà. 

“Come noi, questi otto compagni non temono il giudizio, perché sanno di non aver commesso alcun delitto. Purtroppo in Honduras sembra che la presunzione d’innocenza non esista più” ha affermato il dirigente di COPA. 

Quanto succede ai membri della comunità di Guapinol non è un caso isolato. 

 “Qui è il potere economico a decidere tutto, e chi arriva a governare risponde agli interessi dei gruppi economici. Nelle istituzioni dello Stato tutti sono allineati e si prestano ad attaccare chi si oppone a questa logica.  

E ciò non avviene solamente in Honduras. In tutti i Paesi dove prevale la logica estrattivista e sfruttatrice vi sono prigionieri politici”, ha concluso George. 

A sostegno degli otto difensori dell’acqua di Guapinol è stata lanciata una campagna internazionale, per esigere la loro liberazione immediata. Inoltre varie organizzazioni nazionali hanno presentato un sollecito al Pubblico Ministero, affinché desista dall’accusa contro di loro. 

Sta anche andando avanti un progetto organizzativo di tutte quelle comunità ed organizzazioni coinvolte e impegnate nella difesa dell’acqua come ben comune. 

(*)ndt:  Le riserve della Biosfera sono divise in tre zone grossomodo concentriche e intercorrelate: zona nucleo, zona tampone e zona di transizione. La zona nucleo è quella di massima protezione, per la conservazione della biodiversità ed il monitoraggio degli ecosistemi. Le attività economiche umane propriamente dette si svolgono, sempre che siano sostenibili, in quelle circostanti.

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Traduzione di Adelina Bottero

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