Honduras: Scoperchiato vergognoso sistema di corruzione Mobilitazioni e proteste in tutto il Paese

Managua, 5 giugno (La Rel | LINyM)-. Non si fermano le proteste nelle strade dell’Honduras. Migliaia di honduregni e honduregne chiedono le dimissioni del presidente Juan Orlando Hernández, del suo governo e chiarezza sulla milionaria appropriazione indebita ai danni dell’Istituto honduregno di previdenza sociale, Ihss, che avrebbe causato la morte di quasi 3 mila persone per mancanza di medicine e assistenza sanitaria.

Ampi settori della popolazione honduregna hanno reagito con forza alla denuncia fatta dal giornalista David Romero Ellner, direttore di Radio Globo e Globo TV, sul coinvolgimento del Partito nazionale, attualmente al governo, nella maxi frode scoperta lo scorso anno.

 protesta tegus-foto La Tribuna

 Protesta a Tegucigalpa (Foto La Tribuna)

Secondo il giornalista, degli oltre 7000 milioni di lempiras (circa 330 milioni di dollari) drenati alla Previdenza sociale dai massimi dirigenti di questo istituto – attualmente in carcere – circa 2000 milioni (90 milioni di dollari) sono finiti nelle casse del Partito nazionale, per finanziare la campagna elettorale dell’allora candidato alla presidenza Juan Orlando Hernández.

Per realizzare questa milionaria sottrazione di fondi, parenti di ex funzionari dell’Ihss hanno creato dieci società di comodo, con le quali venivano firmati contratti multimilionari per falsi rifornimenti di medicine, servizi e strumentazioni mediche. Dopo averli saccheggiati, i magazzini centrali venivano nuovamente riforniti con nuovi contratti.

Secondo copie degli assegni mostrati da Romero Ellner, queste stesse imprese di facciata trasferivano poi parte del denaro sottratto in conti bancari intestati al partito di governo.

Il giornalista sostiene che i vertici del partito fossero al corrente di questo meccanismo fraudolento, – inclusi l’ex presidente Porfirio Lobo e il suo successore Juan Orlando Hernández – e che alti esponenti della Procura avrebbero occultato le prove nascondendo la documentazione.

In questo modo starebbero garantendo l’impunità agli autori intellettuali del fallimento dell’Ihss.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso

Un golpe contro la classe lavoratrice

A questo proposito, il Movimento ampio per la dignità e la giustizia, Madj, ha presentato alla Procura della Repubblica la lista di quasi 3000 persone morte negli ultimi cinque anni nelle strutture dell’Ihs, per mancanza di medicine e assistenza sanitaria.

Questa organizzazione esige che vengano svolte approfondite indagini all’interno della Procura, colpevole di avere deliberatamente nascosto le prove che vincolerebbero funzionari del governo alla milionaria malversazione.

“La popolazione è stanca. Da un lato aumentano i livelli di povertà, l’insicurezza, la mancanza di opportunità, dall’altro il governo continua a concentrare potere, accentuando l’autoritarismo e la militarizzazione ed esercitando una ferrea politica di controllo.

Se a questo aggiungiamo i livelli altissimi di corruzione e di impunità, la crescente decomposizione della classe politica e il collasso delle Istituzioni dello Stato, risulta evidente il perché di questa reazione popolare”, ha detto Ana Ortega, presidente del Comitato per la Libera Espressione (C-Libre).

In un’intervista con La Rel, la docente universitaria e ricercatrice rafforza la sua analisi.

“E’ stata una cosa vergognosa. Hanno messo le loro mani sporche nelle tasche di una classe lavoratrice già fortemente danneggiata e impoverita. Le hanno scippato i contributi versati con tanto sforzo e fatica e le hanno tolto il diritto alla salute. Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso”, ha aggiunto Ortega.

Tutto questo accade poche settimane dopo la decisione della Corte Costituzionale di dichiarare l’inapplicabilità dell’articolo della Costituzione che proibisce la rielezione presidenziale.

I principali settori dell’opposizione politica e sociale e le organizzazioni di difesa dei diritti umani assicurano che tale decisione rafforzerà il progetto assolutista dell’attuale governo, e aprirà la porta a una possibile rielezione di Hernández.

Solo 6 anni fa, il tentativo dell’allora presidente Manuel Zelaya di chiedere alla popolazione, attraverso una consulta non vincolante, la sua opinione circa l’opportunita o meno di apportare riforme alla Costituzione, si era concluso con un violento colpo di Stato e l’esilio dello stesso Zelaya. Una crisi istituzionale dalla quale l’Honduras non si è mai ripreso.

L’ex candidato alla presidenza e attuale coordinatore del Partito anticorruzione, Pac, Salvador Nasralla, ha denunciato pubblicamente che il partito di governo avrebbe dissanguato le istituzioni dello Stato per finanziare campagne politiche, realizzare una frode elettorale e comprare coscienze.

Inoltre, avverte che in Honduras si starebbe consolidando una dittatura mascherata da democrazia, visto che non esiste una giustizia indipendente e che le stesse Procure sono sottomesse al potere esecutivo.

Reazione popolare

I giovani alla guida delle proteste

Per il momento, sia il governo che il Partito nazionale hanno rigettato le accuse, e hanno denunciato una campagna di diffamazione e un presunto tentativo di colpo di Stato contro il presidente Hernández.

Inoltre hanno minacciato di querelare tutte le persone od organizzazioni che non presentino prove concrete dei presunti atti fraudolenti.

“La cittadinanza ha ben chiaro quello che sta succedendo. Di fronte a una situazione in cui il governo utilizza la legalità per nascondere l’illegalità e per perpetuarsi al potere, si è indignata e si sta mobilitando”, ha detto Ana Ortega.

La presidente di C-Libre ha evidenziato l’originalità della protesta e la massiccia partecipazione della gioventù honduregna.

“Siamo di fronte a una grande mobilitazione, piena di contenuti politici, ma che trascende dagli interessi di partito. C’è una forte presenza sia dell’opposizione politica legata ai partiti, ma anche dei movimenti sociali e popolari. Ma ci sono anche famiglie intere e molti giovani che, semplicemente, sono stanchi di tanti soprusi”, ha spiegato.

La ricercatrice sostiene che le recenti proteste di massa verificatesi in Guatemala, che hanno fatto tremare il governo di Otto Pérez Molina e che hanno portato alle dimissioni della vicepresidente Roxana Baldetti, sono state un’importante fonte di ispirazione per il popolo honduregno.

“Nell’immediato si vuole porre un freno all’impunità. Questo venerdì (5/6) la mobilitazione nelle strade servirà a chiedere alle Nazioni Unite la creazione di una Commissione internazionale contro l’impunità in Honduras, che si faccia carico della continuità delle indagini e che castighi i colpevoli”, ha concluso Ortega.

Traduzione: Sergio Orazi