Il processo per l’assassinio di Berta Cáceres si sospende in seguito alla richiesta del COPINH di cambiare tribunale

Nota informativa di Otros Mundos A.C.

Oggi, 17 settembre 2018, stava per cominciare il processo orale alle 8 persone imputate per l’assassinio di Berta Cáceres, che coordinava il Consiglio Civico delle Organizzazioni Popolari e Indigene dell’Honduras (COPINH) fino a che non le strapparono la vita il 2 marzo del 2016. È stato sospeso in seguito alla decisione del COPINH e della famiglia di Berta di sottoporre al Ministero Pubblico dell’Honduras un atto d’accusa contro il Tribunale di Sentenza della Corte di Giustizia Suprema.

Il processo doveva svolgersi fino al 19 ottobre nella prima sala dei processi orali di questo tribunale, però il COPINH ha preteso un cambio di tribunale e il processo potrà riiniziare solo quando il Ministero Pubblico avrà risolto il ricorso. Il COPINH ha preso questa decisione in risposta alle molteplici irregolarità commesse da questa istituzione di giustizia durante tutto il processo precedente alle udienze e alla mancanza di volontà di processare gli autori intellettuali del crimine.

“Significa che rifiutiamo il loro operare e atteggiamento per la conoscenza di questo caso e sollecitiamo che sia sostituito da un tribunale che garantisca le condizioni per trovare giustizia in questo processo”, annunciò questa mattina l’organizzazione in una conferenza stampa di fronte alle Aule delle Udienze Orali. “Esigiamo che si faccia giustizia, però non giustizia a qualunque costo e non in qualunque modo,” ha insistito il COPINH, che percepisce nel processo di ricerca di giustizia per Berta Cáceres ”l’opportunità di offrire al popolo honduregno la rivendicazione della giustizia con la verità” e “di affrontare e smontare le strutture che continuano ad agire contro le comunità honduregne e lo Stato di Diritto”.

DESA Colpevole

 Come dice bene il COPINH, la causa di Berta, assassinata per difendere il popolo lenca e il fiume Gualcarque dalla costruzione della diga idroelettrica “Agua Zarca”, non è solo la causa dei suoi familiari e dell’organizzazione, ma quella di più di 200 persone assassinate ogni anno nel mondo per difendere i propri territori dall’avanzare del modello estrattivo e di organizzazioni che lavorano per i diritti collettivi dei popoli e i diritti delle donne a livello internazionale. È un esempio chiaro dell’impunità con la quale le imprese criminalizzano e assassinano le persone che si oppongono alla loro visione di “sviluppo” in complicità con i governi e le forze armate. Per questo, il COPINH ha lanciato in parallelo alla continuazione delle udienze la campagna “DESA colpevole”, destinata a visibilizzare la responsabilità del crimine dell’impresa Desarrollos Energéticos S.A. (DESA), proprietaria del progetto “Agua Zarca”.

Nonostante le prove che esistono sulla responsabilità di DESA nell’omicidio di Berta, che sono state documentate nel rapporto del Gruppo Consulenza Internazionale di Persone Esperte (GAIPE) “Diga della violenza” pubblicato a novembre del 2017, il Tribunale di Sentenze ha ostacolato il cammino verso la condanna degli autori intellettuali del crimine. Lo scorso 4 settembre, durante l’udienza di presentazione delle prove, ha rifiutato la richiesta del COPINH di chiamare a testimonianza nel processo i membri della famiglia Atala Zablah, padroni di DESA, con l’argomentazione che non avessero nulla a che vedere con i fatti successi il 2 di marzo 2016. “La giustizia honduregna” continua senza avere il coraggio di far sedere in tribunale la potente voce del comando dell’impresa”, ha denunciato il COPINH in un comunicato dopo la suddetta decisione. Il tribunale ha rifiutato anche la perizia del contesto sociale e politico proposta dal COPINH, che avrebbe permesso di evidenziare che l’omicidio di Berta non fu casuale, ma motivato da interessi politici ed economici minacciati dal suo lavoro in difesa dei diritti umani. Inoltre, ha rifiutato di considerare gli integranti del COPINH come vittime del crimine.

“Un tribunale che emette risoluzioni ma non le fa compiere, e così conduce alla mancanza di difesa, all’impunità e alla mancanza di accesso alla giustizia, è un tribunale che non gode, dal punto di vista delle vittime, di quella condizione di imparzialità e indipendenza che ha a che vedere con un tribunale”, ha spiegato l’avvocato del COPINH Victor Fernández durante una conferenza stampa questa mattina. Come segno di mancanza di rispetto del Tribunale verso il COPINH e i familiari di Berta, alle 11.00 di oggi 17 settembre non era ancora iniziata l’udienza prevista per le 9.00, mentre era iniziata l’udienza di presentazione delle prove di un altro processo, ha denunciato il COPINH su Twitter.

Solidarietà femminista e popolare

Il COPINH ha creato un accampamento “Giustizia per Berta” fuori dal Tribunale e da allora sono cominciati gesti di solidarietà, con un’azione della Rete Nazionale di Difenditrici dei Diritti Umani in Honduras. Questa ha denunciato con un comunicato “l’importanza di denunciare pubblicamente i meccanismi e i modi con cui agisce il potere patriarcale e razzista in Honduras nelle diramazioni del suo potere criminale per cercare di sottomettere le comunità attraverso l’assassinio dei suoi leader come Berta”.

Questa mattina, alle comunità che conformano il COPINH e stanno esigendo giustizia per la propria ex-coordinatrice di fronte alla Corte Suprema, si sono aggiunte le compagne afrodiscendenti della Mobilitazione di Donne Indigene e Nere. Questa conta con la partecipazione dell’Organizzazione Fraternale Nera dell’Honduras (OFRANEH), la quale ha denunciato su Twitter che “dopo più di 30 mesi dal crimine si inizia il processo contro gli autori materiali dell’omicidio di

Berta Cáceres, mentre lo Stato apparentemente protegge gli autori intellettuali, il che ha scatenato una campagna di rivittimizzazione”.

A poco a poco, si è andato formando un presidio importante fuori da Tribunale, però alle 12.30, l’impresa DESA ha mandato un gruppo di contestazione a confrontarsi con integranti del COPINH e OFRANEH. “Responsabilizziamo l’impresa DESA e i suoi dirigenti di qualunque aggressione contro le nostre compagne e i nostri compagni”, ha allertato il COPINH nelle sue reti sociali.

Una corsa contro il tempo

Ora che il processo è stato sospeso, Il Ministero Pubblico ha poco tempo per risolvere il ricorso e iniziare un nuovo processo in un altro tribunale, visto che il 5 novembre scade la detenzione preventiva di 4 degli 8 accusati che dovevano essere processati a partire da oggi. Gli 8 accusati sono: Sergio Ramón Rodríguez (ex-dirigente ambientale di DESA); Mariano Díaz Chávez (ufficiale dell’Esercito); Douglas Geovanny Bustillo (ex-militare); Elvin Heriberto Rápalo; Henry Javier Hernández; i fratelli Edilson e Emerson Duarte Meza; e Óscar Arnaldo Tareas.

Traduzione di M.Laura Pistritto

QUI TUTTE LE INFORMAZIONI SULLA CAUSA BERTA CÁCERES: berta.copinh.org