L’Honduras, un campo di aviazione per i narcotrafficanti

di Piero Innocenti, dal sito http://www.narcomafie.it
Che il problema del narcotraffico in Honduras sia straordinariamente peggiorato negli anni lo si deduce anche dalla recente legge, approvata nel febbraio 2014, dal Parlamento (“Ley de Protecion de la Soberania del Espacio Aereo”) che proibisce i voli di aerei non identificati in alcune regioni del paese, nella fascia oraria compresa tra le 18 e le 6 del giorno successivo. L’inosservanza al divieto, unitamente alla valutazione di seri indizi di trasporto di droga, comporta la possibilità di abbattimento dei velivoli. Il trasferimento di stupefacenti a bordo di “avionetas”, verso il mercato nordamericano, è, anche in questo paese, un ottimo e collaudato sistema, grazie anche alla presenza di  oltre duecento piste di atterraggio clandestine. Solo nei primi tre mesi del 2013 (sono gli ultimi dati disponibili) ne furono individuate e neutralizzate ben 62 ( ma vengono ripristinate in tempi rapidi!). Qualche volta si è scelta addirittura la carreggiata di una strada per l’atterraggio (nel dicembre del 2009 un bimotore planò sulla strada che conduceva al comune di Yoro, causando la morte di un motociclista ed il ferimento di un pedone).
Si calcola che circa 65 delle 80 ton. di cocaina trasportate solo via aerea verso gli Usa siano passate per l’Honduras, sul totale di 267 tonnellate arrivate anche in altri modi nel 2010 (sul punto cfr. il rapporto UNODC del 2012 “Delincuencia Organizada Transnacional en Centroamerica y el Caribe”).
L’Honduras, con la sua fascia costiera sul Mar dei Caraibi poco sorvegliata, le isole de La Bahia invigilate, la tradizionale propensione al contrabbando, costituisce un vero ponte naturale di transito della droga proveniente dalla Colombia. Le rotte maggiormente utilizzate dai narcotrafficanti sono quella terrestre, al confine con il Nicaragua, quella lagunare (laguna di Caratasca) e, soprattutto, quella marittima che interessa le isole. È proprio qui, in punti prestabiliti, si effettuano trasbordi di cocaina da idrovolanti a navi o si realizzano lanci di stupefacenti opportunamente sigillati in involucri impermeabili, che vengono recuperati da piccole e veloci motoscafi. In alcuni casi il trasporto di cocaina è avvenuto utilizzando semisommergibili di ridotte dimensioni che viaggiano a pelo d’acqua. Quattro furono individuati e bloccati nel 2012 con il sequestro complessivo di circa 14 tonnellate di cocaina. Anche in Honduras il cartello messicano di Sinaloa ha esercitato una forte influenza nei traffici (nel novembre del 2009, in una fattoria situata nella provincia di Santa Barbara, fu localizzata una pista clandestina, utilizzata dai narcos di Sinaloa, lunga circa 900 metri all’interno di una grande fattoria di proprietà di un deputato assassinato un anno prima). Dopo la cattura di El Chapo, avvenuta a febbraio 2014, è probabile che in territorio honduregno vi possano essere contraccolpi sullo scenario criminale, dove non ci sono più veri cartelli di alcuni anni fa (di Tegucigalpa, del Centro, di San Pedro Sula e dell’Occidente), ma gruppi della criminalità locale che, nella zona di Atlantida, lavorano per conto dei colombiani e, nei territori di Olancho, La Ceiba e Copan, per i messicani. Alcuni municipi situati nella parte nordoccidentale del paese (Copan, Ocotepeque, Santa Barbara), sono totalmente sotto il controllo di una rete criminale che vede coinvolti anche sindaci e grandi proprietari terrieri (“los senores”). L’azione di contrasto al narcotraffico non è mai stata così incisiva ed efficace come sarebbe stato auspicabile negli anni passati, tanto più che due vicende istituzionali, risalenti ad oltre dieci anni fa, hanno determinato la perdita di quel residuo di credibilità degli apparati statali (militari e magistratura) preposti a combattere i narcos. I giudici, in particolare, messi sotto accusa per le lievi condanne inflitte ai narcotrafficanti, addossavano le responsabilità a indagini poco accurate della Polizia. Era il periodo in cui il direttore del notiziario televisivo TVC divulgava un documento con i nomi delle persone – poliziotti, ex militari, magistrati, imprenditori, giudici della Corte Suprema – colluse con i cartelli del narcotraffico. Ai gravi problemi di sicurezza pubblica (dai 51 omicidi per 100mila abitanti del 2000 ai 90 omicidi per 100mila abitanti nel 2013), se ne sommano altrettanti sul piano economico e sociale e dovrà affrontarli il nuovo presidente Juan Orlando Hernandez, del Partito Nazionale, insediatosi il 24 gennaio 2014. L’assetto politico istituzionale di Repubblica presidenziale è il risultato di un processo di democratizzazione relativamente recente, iniziato con le elezioni del 1980/1981 che segnarono il ritorno al potere dei civili dopo 17 anni di ininterrotta direzione politica dei militari. Partiti e società civile sono, tuttavia, ancora deboli e la “tutela” militare è sempre pronta a intervenire quando il potere politico “degeneri”. Il golpe del 2009 dei militari e dei giudici della Corte Costituzionale, con cui fu estromesso il presidente Zelaya, è lì a ricordarcelo. – See more at: http://www.narcomafie.it/2014/03/18/lhonduras-un-campo-di-aviazione-per-i-narcotrafficanti/#sthash.Q9XXfxu6.dpuf